La gestione di un’impresa familiare comporta la necessità di comprendere i diritti e le responsabilità dei familiari coinvolti, soprattutto in caso di vendita dell’azienda.
La materia è complessa e l’invito è di leggere questo articolo ma poi di affidarti al tuo commercialista e al tuo sindacato tabaccai.
Di seguito, analizziamo i diritti di un parente stretto di primo o secondo grado del titolare in caso di cessione dell’attività e le possibili opposizioni.
Gestione dell’impresa tabacchi o tabaccheria
La gestione dell’impresa spetta esclusivamente all’imprenditore. I familiari che collaborano lo fanno secondo le direttive impartite dall’imprenditore e ricevono una percentuale degli utili in base all’entità del lavoro prestato.
Operazioni di gestione straordinaria
La vendita dell’azienda rientra tra le operazioni di gestione straordinaria dell’impresa. L’art. 230-bis del Codice Civile stabilisce che le decisioni concernenti l’impiego degli utili e degli incrementi, nonché quelle inerenti alla gestione straordinaria, agli indirizzi produttivi e alla cessazione dell’impresa, sono adottate a maggioranza dai familiari che partecipano all’impresa stessa. Tuttavia, queste condizioni hanno valore interno e non possono essere invocate per annullare la decisione di vendere o cessare l’impresa.
Diritto di prelazione sul tabacchi
In caso di cessione dell’azienda, il collaboratore familiare di primo o secondo grado ha il diritto di prelazione sull’azienda stessa, a parità di condizioni economiche rispetto ai terzi acquirenti. Questo significa che, una volta stabilito il prezzo, il familiare può valutare di acquistare l’azienda prima che venga offerta a terzi.
Estinzione dell’impresa familiare nella tabaccheria
Con la cessione dell’azienda, l’impresa familiare si estingue. In questa circostanza, il familiare collaboratore ha diritto a un credito corrispondente alla liquidazione del maggior valore acquisito dall’impresa durante il periodo della sua partecipazione, in virtù della propria collaborazione.
Estromissione del familiare
L’imprenditore può porre fine alla collaborazione del familiare per giusta causa. In caso di dissidio tra le parti, sarà necessario ricorrere al giudice per valutare la causa che ha reso inevitabile la cessazione del rapporto. Questo procedimento non produrrà effetti sul reintegro nel rapporto di collaborazione, ma potrà eventualmente determinare effetti risarcitori a favore del familiare escluso.
Libertà di iniziativa economica
Il principio costituzionalmente garantito della libertà di iniziativa economica permette all’imprenditore di decidere in autonomia la vendita o la cessazione dell’impresa, senza che i familiari possano opporsi, salvo il rispetto del diritto di prelazione e della liquidazione del valore acquisito.
Consigli pratici
- Documentazione: Tenere una documentazione chiara e dettagliata delle collaborazioni e delle direttive impartite.
- Consultazione legale: Rivolgersi a un legale specializzato o al tuo sindacato per garantire che tutte le procedure siano conformi alla normativa vigente.
- Pianificazione: Pianificare attentamente la vendita dell’azienda, tenendo conto dei diritti di prelazione e delle necessità di liquidazione.
Conclusione
L’imprenditore mantiene la gestione esclusiva e la libertà di iniziativa economica, che include la decisione di vendere o cessare l’impresa. Il familiare, come collaboratore, ha diritti specifici in caso di vendita dell’azienda, inclusa la prelazione e la liquidazione del valore acquisito.